Che il personale del bar, del ristorante, dell’albergo indossi una divisa, non rende solo più facilmente riconoscibili alla clientela commis di sala/bar, chef, maitre, sommelier, addetti alla reception o al servizio ai piani e così via, ma dà al locale o alla struttura ricettiva un aspetto più ordinato, professionale, di livello e di distinzione.

E oggi per l’operatore horeca non c’è che l’imbarazzo della scelta. La proposta di capi di abbigliamento da lavoro per ogni figura professionale, anche coordinata, è particolarmente variegata. Basti pensare che i cataloghi hanno raggiunto le 200 pagine, contro le 20 di dieci anni fa. Cataloghi che ogni anno aziende come Corbara di Salerno aggiornano con nuove proposte, per seguire le tendenze del momento (anche questi abiti seguono la moda), pur continuando a garantire per due-tre anni la disponibilità dei modelli delle passate collezioni.

Modelli che, sempre più spesso, i clienti chiedono di poter personalizzare con ricami, stemmi, dettagli in diversi colori, bottoni particolari o automatici, per differenziarsi dai concorrenti.

A fronte inoltre di una domanda di più agevole manutenzione dei capi, i tessuti naturali stanno lasciando sempre più spazio a tessuti tecnici, che spesso contengono poliestere o altre fibre innovative, più resistenti, di facile stiro e con un elevato comfort.

Ma passiamo a esaminare le strategie dei produttori di divise che abbiamo interpellato.

RAPPORTO ONE TO ONE

L’azienda campana Corbara non si avvale di distributori, ma intrattiene rapporti diretti con ristoratori, albergatori e altri operatori del mondo horeca, cui propone un'offerta di circa un migliaio di articoli, tutti realizzati presso il suo stabilimento salernitano. Target principale di Corbara sono imprese di fascia alta, sia di piccole che di grandi dimensioni, che l’azienda cerca di accontentare personalizzando i capi e proponendo tessuti sia naturali che tecnici.

“Per il front office dell’albergo- spiega Ciro Corbara, amministratore dell’azienda, lavoriamo molto con il fresco di lana, un tessuto leggero adatto tutto l’anno. Per la sala e il bar il poliestere è invece oggi la scelta obbligata, per le sue caratteristiche di durata e di resistenza nell’uso quotidiano. Rispetto ad altre fibre è meno traspirante, ma un pantalone da cameriere in cotone dopo due tre settimane tenderebbe a sbiadire.

In cucina, come per il personale di servizio ai piani, il cotone la fa ancora da padrone. Da alcuni anni, in particolare per la cucina, proponiamo anche un tessuto tecnico: il raso confort. Si tratta di una fibra di poliestere ricoperta di cotone. A chi indossa il capo dà il medesimo comfort del cotone, ha però il vantaggio della durata nel tempo, tipico del poliestere. E’ poi più semplice come manutenzione: si stira a bassa temperatura e mantiene a lungo la piega”.

articolo di Michela Achilli, pubblicato sulla rivista "LINEA DIRETTA" MARZO 2013